PALAZZO CONTI
(GIA’ PENNA NICOLACI)
Le dimore storiche, nel pensiero comune, hanno prevalentemente valore per la testimonianza architettonica ed urbanistica.
L’aspetto esterno o comunque costruttivo permette oggi di comprendere quale fosse l’originaria pianta di un paese e le tendenze culturali di un determinato periodo storico.
Nel caso di Palazzo Conti vorremmo aggiungere un tassello in più, raccontare e dare vita ai tratti antropologici e “vissuti” che hanno conferito l’aspetto attuale ad una componente protagonista della via più bella di Scicli.
All’epoca ornare/decorare la propria casa oltre a rappresentare il potere e l’importanza della famiglia che vi abitava, serviva a comunicare all’esterno quali fossero le tendenze, le cose gradite e perché no, velati simboli di appartenenza a determinate corporazioni o fedi politiche.
Un inciso adesso è d’obbligatorio farlo menzionando Francesco Mormino Penna.
Erede diretto della famiglia che edificò questa casa, professò nell’immediato futuro la fede Mazziniana entrando in totale dissenso con la bigotta e stantìa classe aristocratica del luogo.
Ci piace questa visionaria anticipazione dei tempi, e ci piace ancor di più che la sua figura aleggi tutt’oggi nel nome della stessa via (un tempo Corso San Michele).
In una moderna connessione tra passato e futuro, Palazzo Conti è legato “geneticamente” alla città più rappresentativa del nostro bacino culturale, Noto. L’impronta aggraziata, elegante ed innovativa fu voluta da Francesco Penna Nicolaci il cui nonno era appunto Salvatore, Principe di Villadorata.
Protagonista la sobrietà e l’eleganza priva di fronzoli ed orpelli banali, tra i simboli prevalenti possiamo apprezzare la Croce di Malta per dare rilievo al fiero e distintivo ordine cavalleresco, figure serie ed austere riferite ad armature militari e, nella geometrica simmetria, nel portone d’ingresso (tutt’oggi conservato ed autentico) lo stemma della famiglia e un omaggio alla essenza della cultura, la musica.
Va ricordato che sia nel portone che nel salone centrale ricorre un simbolo particolare riconducibile alla musica: la cetra.
Potrebbe essere un caso, (ma non lo è) tutt’oggi un qualificato corpo bandistico è intitolato ad Ottavio Penna fratello di Francesco committente della casa.
Affidato ad un sonno con all’interno un sogno, il palazzo ha mantenuto sino ad oggi le immutate sembianze dell’epoca.
Estinto il ramo Penna, passato per via diretta ai Mormino, si è succeduto all’interno del palazzo un avvicendarsi di proprietari/detentori che ne hanno preservato l’integrità globale impedendo sopraelevazioni o radicali demolizioni.
L’ultima impronta che ci permette di godere della conservazione minuziosa ed attenta del palazzo è stata voluta da Bartolomeo Puccio Conti, che ne ha determinato l’attuale denominazione.
Innamorato del palazzo in cui trascorse parte della sua vita, vi investì tempo, risorse e soprattutto attenzioni oggi rimesse nelle mani e nelle impressioni degli ospiti di PALAZZO CONTI HOTEL.
Come usanza del tempo, l’avvicendarsi di presenze, permetterà allo stesso di mantenersi vivo nel ricordo e nelle emozioni che ciascuno avrà a suo modo la possibilità di vivere.